“Il Brugattolo” di Gaja Cenciarelli, Rizzoli

Primo giorno di scuola media, cosa può andare storto? Tutto, se ti chiami Michele Bru e hai compagni di classe molto… creativi. Bru come Bruco? Bru come Brutto? Nonostante i suoi sforzi per “essere come tutti”, Michele viene subito preso di mira da due bulli, che iniziano a storpiare il suo nome, fino a chiamarlo Brugattolo. Una Parola Brutta, dal suono sgradevole, che gli si appiccica addosso e lo segue dovunque, gli toglie il fiato, lo paralizza. Finché, a poco a poco, la Parola Brutta non prende forma e non diventa qualcos’altro. Un amico che, fra miagolii e fusa rumorose, saprà sempre dargli il consiglio giusto. Un compagno di avventure che, nutrendosi di cose belle, si trasformerà insieme a lui, insegnandogli a non avere paura di essere se stesso. D’altronde, Michele non è mica l’unico ad avere una Parola Brutta…

Un’avventura intelligente ed emozionante, dedicata ai ragazzi che sembrano fragili ma che invece possono cambiare tutto, anche le parole.

Qui il libro

Barbara Frandino

foto di Denitza Diakovska

Barbara Frandino è giornalista e autrice di documentari e di programmi radiofonici. Ha pubblicato con Einaudi il romanzo È quello che ti meriti (2020) e, sempre per Einaudi, curato le raccolte di racconti Corpo a corpo (2008) e Ti vengo a cercare (2011). Ha scritto due libri per ragazzi, Jason (Salani 2013) e Che paura (Fabbri 2017), ed è coautrice di libri editi da Feltrinelli nella collana «Save the Parents». 

“La punizione” di Sara Bilotti, Harper Collins

Barbara ci ha provato, a ricominciare, a tagliare i ponti con il passato, a fuggire da se stessa. Un nuovo luogo dove vivere, la piccola isola sperduta nel Mediterraneo che la gente del posto chiama “il Faro”. Un nuovo lavoro come maestra elementare. Perfino un nuovo nome, Alice. Ma il destino sembra avere altri piani. Un giorno la direttrice della scuola annuncia che nella sua classe arriverà una nuova alunna, Anna, una bambina complicata, con un serio problema di aggressività e accessi di rabbia. E quando Barbara va al porto ad accogliere lei e i suoi genitori, il passato le si scaraventa addosso e, inesorabile, si fa di nuovo presente, con i debiti da riscuotere e i conti da pagare. Il padre di Anna è Luca, l’amore non corrisposto della sua vita, l’uomo che ha provato in tutti i modi a rimuovere dalla mente e dal cuore. E la mamma è Isabella. La madre del bambino che Barbara ha investito e ucciso, nell’incidente che ha stravolto per sempre la sua vita. Una donna che dovrebbe odiarla, e che però adesso soffre di una grave forma di amnesia. Ma un passato che ritorna è un passato che non è mai realmente andato via. Può essere un caso che Luca e Isabella si siano trasferiti sull’isola? E davvero Isabella non ricorda nulla? Forse le cose non sono come appaiono e Barbara deve fare i conti con la verità spietata che ogni azione ha delle conseguenze e ogni errore esige di essere pagato.

Sara Bilotti si conferma maestra del thriller italiano nel tracciare, proprio come un faro, luci e ombre, nell’indagare le fragilità, le bassezze e i lati più bui dell’animo umano, e costruisce con sapiente grazia un romanzo che lascia senza fiato, che esplora i confini della colpa e del perdono, e costringe chi legge a non staccare gli occhi dalla pagina.

Qui il libro

“Il settimo cerchio” di Emiliano Ereddia, il Saggiatore

Il settimo cerchio è il racconto di una discesa all’inferno in cui ogni speranza di rivedere le stelle sembra impossibile. È il romanzo di un mondo postapocalittico retto unicamente da guerra e violenza, che ci mostra come la differenza tra uomini e bestie possa diventare la stessa tra morire e sopravvivere. 

Una serie devastante di terremoti ha spazzato via ogni forma di civiltà dall’Italia. Le città conosciute sono ormai ricordi e rovine, e al loro posto nuove inquietanti realtà hanno riempito gli spazi del potere, ristabilendo l’ordine con la sopraffazione e abbandonando interi territori all’anarchia e alla barbarie. È in questo scenario in disfacimento che si muove il mercenario Sparta, alla perenne ricerca di cibo e medicine per alleviare i propri dolori psicofisici e sulla cui testa pende una taglia voluta dal Magnifico, un dittatore grottesco e pericoloso. Quella di Sparta è una fuga senza fine verso la zona che ora chiamano Trinacria, il luogo della sua infanzia, dove spera di trovare delle risposte al caos che ha divorato la sua vita e il suo tempo: il suo viaggio si rivelerà un’Odissea dipinta col sangue, all’interno della quale incontrerà amici dimenticati come Buatta, nuovi nemici come il «fronte orientale» – una sorta di mafia cinese – e nuovi alleati, come la gitana Cara e Giugno, una bambina guerriera cresciuta nell’ultima comunità pacifista. 

Emiliano Ereddia si immerge in questa storia per indagare con la scrittura gli istinti e le pulsioni dell’individuo al di là delle strutture che hanno dato una forma al proprio naturale disordine: un bestiario degli abissi umani all’interno del quale cercare un anelito di salvezza.

Qui il libro.

“Mi chiamo Marcello Mastroianni (ma non sono lui)” di Armando Festa, Giunti

Si chiama Marcello Mastroianni, come l’attore, ma la sua vita non ha granché di spettacolare. Ha quarant’anni, un aspetto ordinario, un lavoro che non ha scelto e che non lo appaga, una relazione che… Be’, la relazione, almeno, è quella giusta: Alessia è vulcanica, creativa, sicura di sé, e il fatto che non possa avere figli per una malformazione uterina a Marcello non è mai pesato. Eppure, quando è solo e nessuno lo vede, bazzica un gruppo Facebook dal nome rivelatore: Aspiranti genitori. Prima per scherzo, poi per curiosità e, infine, per un oscuro ma irrefrenabile bisogno. Perché la mancata paternità, da tranquilla consapevolezza, è diventata un pensiero fisso, anzi un’ossessione. E il desiderio di un figlio si è gradualmente imposto su qualunque altra volontà. Finché una sera, reduce da una tremenda cena di famiglia dove la sorella di Alessia ha rivelato di essere incinta per la seconda volta, Marcello legge sul gruppo un annuncio un po’ particolare: è una richiesta probabilmente illegale, di certo folle, quelle stravaganze che si trovano in rete ma che è bene dimenticare subito. Invece, senza riflettere, senza volerlo, senza davvero decidere, Marcello risponde. È l’inizio di un turbine di eventi rocamboleschi e surreali che, come una valanga, travolgeranno ogni sua certezza. E, per la prima volta, lo porteranno ad ascoltare davvero sé stesso. Una dramedy divertentissima sul coraggio di seguire i propri disastrosi desideri. Una riflessione originale, sincera e profonda sul senso di diventare padre.

Qui il libro

“Non chiedermi chi sono” di Luca Trapanese, Salani

Le vacanze, il mare, un amore indimenticabile. Questo vogliono i compagni di scuola di Livio, appena superato l’esame di maturità. Non lui, che dopo aver perso il suo migliore amico per una disgrazia, ha deciso di dedicare la propria vita ad aiutare gli altri. Vorrebbe tornare in India, dov’è già stato in missione l’estate precedente, ma si è fatto troppo tardi per partire. E allora don Gino, il parroco del suo quartiere, ha un’idea. Un compito speciale. Del resto, non
serve andare dall’altra parte del pianeta per trovare qualcuno che ha bisogno di assistenza.

Il compito speciale si chiama Vittorio, ha trent’anni, una famiglia rispettabile, un’intelligenza
rara, un futuro professionale sulle orme del padre. Vittorio però ha subìto un ‘forte stress’ – così almeno lo chiama sua madre – e qualcosa in lui si è rotto. Sta chiuso nella sua stanza da mesi, con le tapparelle abbassate, la barba lunga, sempre gli stessi vestiti, spaventato dal mondo esterno e da alcune voci che gli dicono delle cose. Era un genio, si mormora in giro, ma adesso è pazzo. Eppure in lui, nel mistero del suo dolore, Livio troverà non soltanto un prezioso amico, ma la forza per affrontare i propri problemi, l’ansia di crescere in una società che non ammette deviazioni dalla norma.

Con la sensibilità che lo caratterizza in tutte le sue attività, Luca Trapanese racconta cosa significa soffrire – per una malattia, per amore, o perché non ci si sente al proprio posto nel mondo – e cosa significa convivere con gli altri, riconoscersi uguali nella diversità, bellissimi nell’imperfezione.

Qui il libro.

La seconda stagione di Blanca su rai 1, prodotta da Lux Video

La “follia” di Blanca, la sua unicità di detective non vedente e la sua estrema vitalità hanno già conquistato il pubblico nella prima stagione. Ora, gli episodi della nuova serie sono l’occasione per conoscere più in profondità il mondo della protagonista e scoprire segreti inaspettati sulla sua famiglia – più di quelli legati alla morte della sorella – che porteranno non pochi sconvolgimenti nella sua vita e in quella di chi le è vicino. E non solo: diventata consulente della Polizia genovese a tutti gli effetti, Blanca si trova ad affrontare anche sul lavoro sfide difficili e ad altro rischio, che la rendono nuovamente protagonista delle indagini del commissariato San Teodoro. 

Prodotta da Matilde e Luca Bernabei per Lux Vide, società del Gruppo Fremantle, in collaborazione con Rai Fiction, con la regia di Jan Maria Michelini (i primi tre episodi) e di Michele Soavi (gli episodi dal 4 al 6), “Blanca” interpretata da Maria Chiara Giannetta ritorna da giovedì 5 ottobre in prima serata su Rai 1. Con lei, gli amati compagni di avventura: la fedele Linneo, suo cane guida, Lucia (Sara Ciocca), che avrà un ruolo ancora più importante, il padre Leone (Ugo Dighero) e l’amica Stella (Federica Cacciola). E poi, i colleghi del commissariato: Bacigalupo (Enzo Paci) e soprattutto l’ispettore Liguori (Giuseppe Zeno), che farà ingelosire Blanca con una donna che viene dal passato. E poi, Sebastiano detto Nanni, (Pierpaolo Spollon), di cui verranno alla luce nuovi lati inediti. Ma compaiono anche nuovi personaggi che costringono la protagonista a fare i conti con la sua storia e con chi vuole essere, combattuta tra il desiderio di assoluta autonomia e il bisogno di un supporto, perché l’incarico da consulente della Polizia non le permette di occuparsi delle faccende di casa. È a questo punto che compare Elena (Michela Cescon), che si propone come collaboratrice domestica. La donna che Blanca assume, senza pensarci troppo, nasconde però, un segreto. 

Ogni puntata di “Blanca” racconta un’indagine ambientata tra i luoghi più caratteristici di Genova, che appare in una veste inedita e piena di colori. Oltre ai gialli verticali, a legare tutti gli episodi c’è un nuovo intrigante giallo di stagione: un misterioso attentatore seriale semina il panico in città, facendo esplodere alcune bombe. Blanca viene coinvolta in prima persona e in una corsa contro il tempo fa di tutto per proteggere le persone che ha attorno. Ma non sarà sempre possibile. In questa nuova stagione Blanca imparerà che amici, amanti e colleghi a volte vanno lontano portandosi via un pezzo di cuore, senza la possibilità di proteggerli. E di proteggere se stessi.  Ma realizzerà anche, con nuova consapevolezza, che solo accettando questo rischio, si può apprezzare davvero “la bellezza di ballare sotto la pioggia”.

La serie è tratta dai romanzi di Patrizia Rinaldi, edizioni e/o

Il comunicato stampa Rai.

Qui il trailer.

“Nata per te” al cinema, produzione Cattleya

Nata per te è la storia di Luca e Alba: un uomo e una bambina che hanno disperatamente bisogno l’uno dell’altra, anche se il mondo intorno a loro non sembra ancora pronto a vederli insieme.

Il tribunale di Napoli è alla ricerca di una famiglia per Alba, che ha la sindrome di down e, appena nata, è stata abbandonata in ospedale. Luca, single, omosessuale, cattolico, da sempre mosso da un forte desiderio di paternità, lotta per ottenere l’affidamento di Alba. Quante famiglie “tradizionali” devono dire di no prima che Luca possa essere preso in considerazione? Può una bambina rifiutata dal mondo diventare il premio di una vita?

Il film è tratto dal libro Nata per te. Storia di Alba raccontata tra noi di Luca Mercadante e Luca Trapanese, Einaudi.

Qui il trailer.

“Delitto in riva al mare” di Antonio Lanzetta, Newton Compton

A volte dietro la follia si celano oscure verità

Il corpo senza vita di Elena Perna, una ragazza di diciannove anni, viene trovato riverso su una spiaggia di Salerno. Il caso viene affidato al commissario Massimo Trotta e a Lidia Basso, psicologa forense e consulente della questura. Le indagini assumono da subito dei contorni a dir poco inquietanti. Lidia e Massimo ricevono infatti una chiamata dal Santacroce, una struttura che ospita giovani pazienti psichiatrici: un diciassettenne di nome Matteo fa da giorni disegni che sembrano ritrarre proprio Elena, la ragazza che è stata uccisa. Senza averla mai vista. Nessuno, in quel reparto del Santacroce, ha contatti con l’esterno né con i mezzi di informazione. Lidia fa di tutto per avere un colloquio con Matteo. La sfuggente personalità del ragazzo la affascina, ma a irretirla è la storia di cui in passato è stato protagonista. Una vicenda segnata da indicibili sofferenze e violenze inimmaginabili, nota alle cronache come “La casa degli orrori”, sulla quale aleggiano ancora interrogativi destinati a non trovare risposta. Com’è possibile che ci sia un legame tra Elena e Matteo? Eppure, nelle sue allucinazioni, sembra nascondersi una chiave per individuare l’assassino…

Una ragazza brutalmente uccisa
Un ragazzo che ha vissuto l’orrore
È possibile scorgere la verità attraverso lo sguardo della follia?

Qui il libro: https://www.newtoncompton.com/libro/delitto-in-riva-al-mare

“Formule mortali. La prima indagine dei Cinque di Monteverde.” di François Morlupi, Salani.

IL PRIMO CAPITOLO DI UNA SERIE BESTSELLER

In una torrida estate romana, un anziano cammina nel parco di villa Sciarra, nell’elegante quartiere di Monteverde. Un odore tremendo attira la sua attenzione. Vicino a una macchia di cespugli scopre, con terrore, una mano mozzata. Poco più in là, gli arti amputati di un uomo sono disposti sul terreno a disegnare una celebre formula fisica.

Il brutale omicidio turba la quiete del quartiere, ma soprattutto sconvolge l’instabile equilibrio del commissario Ansaldi, che con il trasferimento nella capitale sperava di aver trovato una tregua agli orrori cui ha assistito nella sua lunga carriera in polizia. Meticoloso e sensibile, la sua grande umanità lo porta a essere preda perfetta dell’ansia e degli attacchi di panico. Ciononostante rimane un professionista integerrimo che davanti al dovere non si tira mai indietro: costi quel che costi, troverà l’assassino. Ma prima dovrà capire come creare uno spirito comune con gli agenti della sua squadra investigativa, non meno unici e fragili di lui. Insieme, diventeranno i Cinque di Monteverde.

Con il suo stile inconfondibile, che alterna il buon umore alla malinconia, Morlupi getta uno sguardo sugli abissi non solo di una mente criminale, ma della nostra intera società, che nasconde in bella vista i suoi istinti più feroci.

Qui il libro: https://www.salani.it/libri/formule-mortali-9788831011402