Premio dei lettori Scerbanenco 2022 per “Nel nero degli abissi” di François Morlupi (Salani)

Il romanzo Nel nero degli abissi di François Morlupi (Salani) si aggiudica il Premio dei lettori al miglior romanzo noir per essere stato il più votato sul sito del festival, con 1083 voti.

Per il secondo anno di seguito il Premio dei Lettori Scerbanenco va al nostro autore noir François Morlupi!

Qui la notizia ufficiale: https://www.noirfest.com/news-2022/i-cinque-finalisti-del-premio-giorgio-scerbanenco-2022/

“Il tempo dell’odio” di Antonio Lanzetta, La Corte

Cilento, estate del 1943.
Michele ha quattordici anni e vive con la madre e le sorelle in un casolare isolato. È tardo pomeriggio quando, di ritorno da una giornata di lavoro nei campi, vede una camionetta di fascisti sulla strada che lo porta a casa. Capisce subito che sta accadendo qualcosa di terribile e, sentendosi impotente, si nasconde in mezzo ai cespugli. Mentre le donne urlano disperate, Michele viene scoperto e per non essere ucciso è costretto a scappare nel bosco.
Per Michele questo evento segna la fine dell’adolescenza, l’incontro con la brutalità e la violenza. Comincia un viaggio iniziatico all’insegna della vendetta, dell’odio e del desiderio di trovare le sorelle che sono state rapite. Ferito e sconvolto viene accolto da una vecchia vicina che lo cura offrendogli un nascondiglio. Nel frattempo scopre che anche altre ragazze del paese stanno sparendo. Giovani donne strappate alle loro famiglie. Chi si cela dietro tutto questo e che fine fanno le vittime?
Sono i giorni che precedono lo sbarco degli Alleati a Salerno e i nazisti sono fuori controllo. Sono loro i responsabili? Michele si unisce a un gruppo di briganti, guidati da un uomo misterioso che si fa chiamare Teschio, che gli mostrerà il loro particolare codice criminale e gli insegnerà il valore dell’onore.
Insieme a loro scoprirà una terribile verità.

“Youthless – Fiori di strada” di Massimo Carlotto, Patrizia Rinaldi, Alessandra Acciai, Pasquale Ruju, Massimo Torre, Harper Collins

Scritto a dieci mani da cinque grandi scrittori, Youthless – Fiori di strada è un noir che tiene il lettore incollato alla pagina, e, al tempo stesso, un grande romanzo sull’amore, il dolore, l’amicizia, la speranza, popolato da straordinari personaggi femminili, fatti della materia di cui si compongono gli incubi e i sogni.

Veneto, una cascina tra le verdi colline coltivate a prosecco, ospita sette ragazzine. Sono tutte minorenni e in fuga. Dalla famiglia, dalla polizia, dalla vita. Anna e Claudia Veneto, una cascina tra le verdi colline coltivate a prosecco ospita un gruppo di ragazze. Sono tutte minorenni e in fuga. Dalla famiglia, dalla polizia, da se stesse. Anna ha sedici anni ed è incinta, e assieme a sua sorella Claudia nasconde un terribile segreto. Domitilla è una bellissima diciassettenne dal cognome nobile che non l’ha salvata, anzi: la ragazza dipende dall’eroina e dalla chimica che riesce a trovare. Léa è una ragazza francese che sta per compiere diciotto anni, attivista dei centri sociali, ricercata per aver ferito un poliziotto durante scontri di piazza. Rachida è una giovane senegalese. Cerca la madre e una vita più sopportabile, lontano dal sistema di valori inaccettabile del suo clan. Teresa è una sedicenne calabrese dallo sguardo feroce: figlia di ’ndrangheta, scappa dalla propria famiglia che le ha ucciso la madre. Infine c’è Stella: di lei non si sa quasi nulla, appena arrivata è scomparsa. Viene trovata morta e le ragazze nel panico decidono di cambiare zona. Ma prima che possano farlo irrompono nella cascina due poliziotti, il sovrintendente Cristoforo Marino e il vicecommissario Giustina Rebellin, che le catturano. Riescono a liberarsi, ma a caro prezzo. Inizia la loro Odissea, un viaggio che le porta lontano dal passato verso un futuro che sembra impossibile da raggiungere, dal Veneto verso la Calabria, inseguite da Giustina, implacabile, perversa e crudele, mentre il superiore di lei, il commissario capo Valerio Pavan, comincia a capire che le zone d’ombra della vicenda sono molte. 

https://www.harpercollins.it/9791259851062/youthless-fiori-di-strada

“I curacari” di Marco Annicchiarico, Einaudi

A Lucia piace molto scambiare due chiacchiere con la signora che vede nello specchio: non risponde mai alle sue domande, quella signora, ma le basta che rida insieme a lei.
Certi giorni Marco e Lucia restano in cucina, si tengono per mano e ascoltano vecchie canzoni. Lui se ne intende di musica, un tempo recensiva dischi e faceva parte di una band. In quel tempo lontano viveva con Rosa in una casa tra il mare e il bosco, in Sicilia. Ora ha lasciato tutto ed è tornato a Milano per sua madre. Seduti al tavolo della cucina, ballano da fermi. Per lei Marco ha dieci anni, oppure è suo cugino, o sua zia.
In casa scompaiono i libri e gli oggetti, che Lucia nasconde nei posti piú impensati, e compaiono sempre piú cartelli che dicono: bagno, camera Lucia, camera Marco, cucina, sala, posate, tovaglie, medicine, sacchetti, pentole, piatti, acqua, pane: «Diamo un nome alle cose affinché mia madre possa ritrovarle».
È una delle tante strategie che Marco è stato costretto a escogitare, come prima di lui migliaia di caregiver, anzi di curacari, per usare un neologismo piú caldo inaugurato da Flavio Pagano. Ma misurarsi con i deliri di Lucia, attraversati da un’allegria che resiste a tutto, significherà inventarsi da zero un linguaggio ben piú complesso, e non solo verbale. Serviranno il cuore e la pancia e la fantasia e tutto il coraggio del mondo per riguadagnare una complicità con lei, per comunicare con questa nuova madre e imparare a ritrovarla nell’ironia, l’unico aspetto che l’Alzheimer non è riuscito a cancellare. Per affrontare quest’ultima, triste e potente stagione d’amore insieme alla donna che l’ha messo al mondo, e conquistare, forse, un nuovo equilibrio.

“Domani interrogo” di Gaja Cenciarelli, Marsilio

La periferia romana dove sorge la scuola che è al centro di questo romanzo è la Rebibbia raccontata da Zerocalcare. Nel liceo si parla romano, e le aule sono abitate da strani esseri viventi: alcuni disegnati sui muri, alcuni umani ma dalle cui bocche escono suoni incomprensibili alla professoressa, che non ha mai pensato di avere la vocazione all’insegnamento e invece ce l’ha, solo che non è una vocazione, è un mestiere. La professoressa, infatti, non ama la vocazione, ama l’inglese. La professoressa è un’intellettuale. La professoressa ha studiato in Italia e all’estero. La professoressa cammina, cammina, cammina perché Roma è grande e perché camminando pensa. Gli studenti e le studentesse, invece, non camminano, vanno in motorino o in macchina, e non studiano. Gli studenti e le studentesse – e tutti lo siamo stati – sanno valutare, pesare le persone che siedono dietro la cattedra e, nonostante non abbiano voglia di aprire i libri, sentono, piano piano, il desiderio di capire la professoressa, e di esserne capiti. Danilo Dolci ha scritto che si cresce solo se sognati, e l’autrice di questo romanzo chiosa che si può crescere anche se sei l’incubo di qualcuno. Tra i professori di Frank McCourt e Domenico Starnone, passando per gli studenti in piedi sul banco nell’Attimo fuggente, sta la professoressa di Gaja Cenciarelli, convinta sì che la cultura sia qualcosa di quotidiano, convinta sì che certe parole dialettali o certe squadre di calcio, certe sigarette fumate insieme agli studenti prima che la lezione cominci facciano parte del lavoro di chi insegna e di quello di chi impara, ma disillusa che l’istruzione possa – come si sente dire spesso – salvare il mondo. Ciò nonostante, in questo romanzo di Shakespeare e spaccio, la professoressa il mondo lo salva. Perché il mondo è le persone che incontriamo. Specialmente a scuola.

Il libro: https://www.marsilioeditori.it/lista-autori/scheda-libro/2970692-domani-interrogo/domani-interrogo

“La settima luna” di Piergiorgio Pulixi, Rizzoli

La notizia è di quelle che richiedono un brindisi speciale. Su una terrazza incastonata nel Supramonte, in uno degli hotel più incantevoli della Sardegna, il vicequestore Vito Strega sta festeggiando la nascita della nuova unità investigativa sui crimini seriali. Con lui ci sono le inseparabili ispettrici Eva Croce e Mara Rais. Finalmente tutto sembra andare per il verso giusto. Ma una telefonata li riporta alla realtà e i tre devono salutare il cielo terso e il sole dell’isola.Nelle terre paludose del Parco del Ticino è stato ritrovato il corpo di una ragazza. Quando l’ispettrice Clara Pontecorvo arriva sul posto, stenta a credere ai propri occhi: la vittima ha le mani legate dietro la schiena e indossa una maschera bovina. Mancava solo questo per Clara, che ha già un grosso problema: è alta 1,98, non trova mai dei vestiti adatti a lei. Tantomeno un uomo. L’istinto le dice che quella scena del crimine potrebbe essere la riproduzione di un altro delitto avvenuto anni prima in Sardegna. E nessuno, meglio di Strega, Rais e Croce, conosce quel caso, che aleggia ancora nelle loro vite come un’ossessione. Ora a piede libero c’è un emulatore, che vuole i riflettori puntati su di sé… I poliziotti dovranno essere più uniti che mai, e Vito Strega, per la prima volta così vulnerabile, si troverà a fare i conti con il proprio passato.Piergiorgio Pulixi, in un romanzo dal passo ritmato di danza, si addentra nei meandri oscuri dell’umano e interroga l’essenza più intima di una terra impenetrabile. Dall’inizio alla fine, una domanda, come un tarlo, accompagna Strega e noi lettori: sono i poliziotti a dare la caccia al killer o è lui a dare la caccia a loro?

Un estratto di lettura qui: https://rizzoli.rizzolilibri.it/libri/la-settima-luna/