Daniele Vicari

Daniele Vicari è un regista e scrittore italiano. Laureato in Storia e Critica del Cinema con una tesi sugli scritti teorici di S.M Ėjzenštejn, ha collaborato a lungo con la rivista cinematografica “Cinema Nuovo”, diretta da Guido Aristarco e con la rivista “Cinema 60” diretta da Mino Argentieri. Ha insegnato cinema nelle scuole di ogni ordine e grado per circa 15 anni, esperienza codificata in un volume a quattro mani con Antonio Medici: L’alfabeto dello sguardo. Capire il linguaggio audiovisivo, Carocci, che edito nel 2004 ottiene il premio “Filmcritica-Umberto Barbaro” quale miglior saggio sul cinema.

Esordisce nel cinema con due cortometraggi: Il nuovo, 1991 e Mari del sud, 1996. Nel 1998 vice il premio Sacher con un documentario dal titolo Uomini e Lupi e nello stesso anno collabora con Guido Chiesa, Davide Ferrario, Antonio Leotti e Marco Puccioni alla realizzazione del documentario Partigiani, storie di resistenza nella provincia di Reggio Emilia. L’anno successivo firma con Davide Ferrario Comunisti, documentario sulla vicenda Comandante Diavolo-Don Pessina. Realizza il suo primo lungometraggio documentario con distribuzione cinematografica insieme a Guido Chiesa, 1999, Non mi basta mai, vincendo il premio Cipputi al festival di Torino.

Con il primo lungometraggio di finzione, Velocità massima, 2002, in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, vince innumerevoli premi tra i quali il premio Pasinetti, Miglior regista al Festival di Siviglia, Gran Prix ad Annecy, e il David di Donatello quale migliore opera prima; con il secondo lungometraggio di finzione, L’orizzonte degli eventi, 2005, è in concorso alla Semaine de la Critique di Cannes; Il mio paese, 2006, lungometraggio documentario, vince di nuovo a Venezia il premio Pasinetti e un secondo David di Donatello per la regia.

Il passato è una terra straniera, 2008, dal romanzo di Gianrico Carofiglio, vince il Miami International F. F. quale miglior film e miglior attore protagonista a Michele Riondino. Nel 2012 presenta al Festival di Berlino Diaz – Don’t Clean Up This Blood, film che racconta i drammatici fatti del 2001 al G8 di Genova, vincendo il premio del pubblico, 13 candidature ai David di Donatello che si traducono in quattro premi, riceve poi tre Nastri d’Argento oltre a premi attribuiti in vari festival internazionali, il film viene distribuito nel mondo da Universal International. Contemporaneamente realizza La nave dolce, 2012, selezione ufficiale al festival di Venezia, con il quale ottiene un terzo premio Pasinetti; ad Annecy nel 2012 riceve il premio Sergio Leone quale regista dell’anno. Con Sole Cuore Amore, 2016, riceve il premio Giuseppe De Santis e un nastro d’argento.

Con il film tv Prima che la notte, 2018, racconta la storia di Giuseppe Fava, vincendo un secondo nastro d’argento. Nel 2019/20 coordina e dirige la serie tv Alligatore, tratta dalle opere omonime di Massimo Carlotto. Durante il lockdown del 2020 realizza Il Giorno e la Notte, film in smart-filming fondando insieme ad Andrea Porporati e Francesca Zanza la società di produzione Kon-Tiki.

Riceve il premio Ravesi dalla pagina allo schermo e il premio Megamark per il suo libro Emanuele Nella Battaglia, edito da Einaudi nel 2019. Nel 2022 pubblica Il cinema, l’Immortale, saggio sul cinema, edito da Einaudi e realizza il lungometraggio di finzione Orlando presentato al TFF nel 2022. Nel 2022 ha realizzato il doc Fela, il mio Dio vivente presentato alla Festa di Roma 2023 . Nel 2024/2025 ha realizzato il film Ammazzare Stanca ed è in procinto di realizzare il film Bianco.

Ha fondato la Scuola d’arte cinematografica Gian Maria Volonté della quale è direttore artistico. Vive e lavora a Roma.

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